Informazioni

Biografia

Daniela Bini è nata a Terni, nella verde Umbria. Conseguita la laurea in lettere,  ha vissuto per alcuni anni in Inghilterra ed in Toscana, luogo in cui ha ricevuto la sua prima formazione artistica. Oggi vive a Terni dove porta avanti la sua attività artistica e lavora come insegnante di italiano presso i Licei “F.Angeloni”.

Per il suo 11° compleanno, suo zio le ha regalato un cavalletto ed un set di colori ad olio:
Il regalo più significativo della mia vita” (Daniela Bini)


Testo critico

“L’arte scuote la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni”.

È in questa frase di Pablo Picasso la spiegazione del perché Daniela Bini dipinge.

Passione, dedizione, tentativi falliti e sperimentazioni reiterate con tranquilla caparbietà; soddisfazione nel vedere le proprie idee prendere forma sulla tela ed evasione: un modo per ritagliarsi uno spazio privato ed inviolabile, dove la mente può liberarsi dal quotidiano e perdersi in un mondo dal quale nessuno è escluso, ma nel quale nessuno può entrare senza permesso.

Un amore quello di Daniela Bini per la pittura, nato nell’infanzia e coltivato con costanza per tutta la vita, ritagliando spazi alla quotidianità di madre, di moglie, di insegnante e di amica.

Daniela dipinge solo donne. Donne che ti guardano dritto negli occhi, e sono sempre occhi grandi, spalancati sul mondo. Occupano tutta la tela, la riempiono di sé, chiedono di essere guardate e ricambiano lo sguardo in modo diretto. Sono belle, ma di una bellezza normale e possibile. E sono piene di energia e di vita.

Guardando queste figure, sfilano davanti agli occhi i profili affilati delle dame del Pollaiolo e del Verrocchio, lo sguardo assorto della Dama con l’ermellino, i volti trasognati e sensuali delle donne dei Preraffaelliti e di Klimt; la tranquilla sicurezza delle signore borghesi di fine Ottocento di Renoir. Emerge a tratti un richiamo mitologico, figlio della formazione classica della pittrice, ma anch’esso riportato nel mondo di oggi, attualizzato in una silhouette slanciata e velata con abiti nuovi dai colori vivaci. Il colore, appunto: macchie decise che animano scene essenziali e nitide. La materia cromatica è densa, costruisce le forme; e poi l’oro, presenza ricorrente che ancora una volta rimanda a Klimt, ma nello stesso tempo crea una preziosità attuale.

Non c’è la pretesa di un confronto tra le opere della Bini e quelle dei grandi maestri dell’arte; non si tratta, certamente, di raffronti stilistici: semplicemente un artista, per sua natura, “ruba” … idee, sguardi, atmosfere, tecniche e le fa proprie, le fagocita, le metabolizza. Quando le ripropone sulla tela sono ormai un’altra cosa e sono solo sue. La bellezza sofisticata ma mai altèra, la naturale eleganza, lo slancio vitale sotteso nelle figure sono finalizzati alla valorizzazione della modella certamente, ma celebrano anche tutte le donne che questi quadri raccontano. Creare è estrarre da sé, ed è quindi evidente che dietro ognuna di loro ci sia un po’ della pittrice, ma amo pensare anche che da quelle cornici si affacci la ragazza che incroci per strada e che sa trasformarsi all’occorrenza in una creatura diversa e, soprattutto, mi piace pensare che in ognuna di quelle donne ci sia anche un po’ di me, di quello che vorrei essere -e che forse in qualche momento- sono. Una meravigliosa normalità che ci invoglia ad identificarci con queste creature, anche se indossano abiti da sera.

E se non è Arte ciò che fa spiccare il volo all’immaginazione e ci aiuta a sognare, non so davvero cosa altro possa esserlo : “Non esiste via più sicura per evadere dal mondo che l’Arte” (J.W.Goethe).

Prof.ssa Dott.ssa Roberta Fratini
Docente e storica dell’Arte

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